Serie TV dell’ultimo periodo | The handmaid’s Tale – Lucifer – Unorthodox

Da circa metà giugno sono tornata ad essere senza lavoro (forse per l’ultima estate, o almeno così si spera) e ho quindi deciso di approfittare di tutto il tempo libero a disposizione. Un po’ per ricentrarmi, visto che negli ultimi mesi non ho fatto altro che lavorare, un po’ per dedicarmi di nuovo al blog, un po’ anche per recuperare qualche serie TV. Non che ne abbia recuperate moltissime eh, però è già qualcosa. Quindi oggi vi beccate la mia sulle serie TV dell’ultimo periodo.

The Handmaid’s Tale (Quarta Stagione)

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Credits: @Marca

Una delle mie serie TV preferite, soprattutto le prime due stagioni. Sono riuscita finalmente a recuperare la quarta stagione e ho avuto sensazioni contrastanti. Per certi versi vedere June che riesce finalmente ad allontanarsi da Gilead è una liberazione perché ci si allontana da quelle che erano le stagioni precedenti. Si porta lo spettatore a vedere cosa succede fuori dai confini di quella assurda realtà.

Per altri non lo è, perché ci si rende conto che anche fuori da Gilead ci sono delle dinamiche insensate e per niente positive. Penso a quando June e Janine si ritrovano assieme a quelli che combattono al confine e per salvarsi la pelle devono sottostare a certe dinamiche. Oppure quando i signori Waterford incontrano il favore di una parte dei canadesi solo perché Serena Joy è incinta. Conoscendo la realtà di Gilead, in teoria vedere che Lady Waterford è riuscita a rimanere incinta, avrebbe dovuto suscitare ancora più sdegno ed indignazione, se non rabbia…

Infine vediamo che June, che ha mantenuto un certo controllo delle proprie emozioni fino alla terza stagione, inizia a manifestare tutti i traumi che ha represso. Diventa più aggressiva ed assetata di vendetta arrivando a commettere direttamente/indirettamente degli omicidi e coinvolgendo altre vittime di Gilead. Al tempo stesso la vediamo totalmente staccata da quella che è la vita con suo marito quando gli mente, quando fa sesso con lui in maniera quasi meccanica e con rabbia, quando cerca di tenerlo a distanza.

Questa quarta stagione mi è quindi piaciuta per alcune cose, ma l’ho trovata incongruente su altre e in alcuni pezzi troppo lenta e stancante. Parere che ha condiviso anche mia sorella che l’ha vista assieme a me. Spero che con la quinta stagione sappiano rifarsi.

Lucifer (Quinta Stagione – II parte)

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Credits: @Today

La quinta stagione, essendo passata in mano a Netflix (già dalla quarta in realtà) è stata suddivisa in due parti. Nella prima, vediamo l’arrivo del fratello gemello di Lucifer, Micheal che non fa altro che creare danni a destra e a manca perché ha la capacità di mettere zizzania, facendo leva sulle paure altrui.

Nella seconda parte della quinta stagione, arriva un nuovo personaggio, l’onnipotente in persona. Trovo che gli autori con questo personaggio abbiano fatto un buon lavoro perché lo hanno reso imperscrutabile e a tratti quasi irritante, proprio come lo descriveva Lucifer, salvo poi dargli una connotazione da giocherellone in alcune scene (mi riferisco a quelle in cui si diverte a far ballare e cantare gli umani senza che se ne accorgano). In altri addirittura lo rendono fragile e vicino ai comuni mortali. Tutte queste sfaccettature hanno reso il personaggio di Dio, uno dei più interessanti di tutta la serie.

All’interno di questa seconda parte non è che mi sia piaciuto comunque tutto. Non mi ha entusiasmata la trasformazione di Ella Lopez. Non in quanto si sia trasformata – in generale apprezzo quando un personaggio evolve nel corso delle stagioni, ma la rapidità con cui è stata inserita nella serie. Il lato oscuro, come lo chiama lei, non l’ha mai manifestato in alcun modo nelle stagioni precedenti e sentirne parlare come se nulla fosse di punto in bianco, mi ha fatto un po’ storcere il naso.

Arriviamo al finale con Dio che va in pensione e il signor Morningstar che lo sostituisce, nonostante la quasi totalità dei suoi fratelli non voglia. Credo che nella sesta ed ultima stagione ci saranno delle dinamiche interessanti proprio per via di questa novità. Sono curiosa di vedere cosa tireranno fuori gli autori.

Unhortodox

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Credits: @Movieplayer

Avevo questa serie TV in lista praticamente dalla prima volta che ne ho sentito parlare e finalmente sono riuscita a vederla. Si tratta di una mini-serie di quattro episodi, basata sulla storia autobiografica di Deborah Feldman. Conoscevo la trama a grandi linee per cui sapevo più o meno cosa aspettarmi. Quello che non sapevo era come avrei reagito io nel vedere i quattro episodi.

Trovo che Netflix abbia fatto un ottimo lavoro con questa serie. A parte la fotografia e la cura dei dettagli che sono comunque estremamente validi. Mi hanno colpito la scelta di inserire interi pezzi di dialoghi in yiddish, la delicatezza e al tempo stesso la crudezza con cui vengono raccontati i fatti nei vari flashback, ma anche nel corso della storia che si sta svolgendo. Il personaggio di Esty poi mi ha suscitato tante emozioni, tant’è che ho preferito guardare un solo episodio al giorno, per non sovraccaricarmi.

Non sto esagerando. Vedere questa ragazza così giovane inizialmente essere ingenuamente felice per il matrimonio e poi, così triste per la rasatura, per la difficoltà della vita coniugale, per le continue intromissioni della famiglia, mi ha fatta star male. Ho poi riflettuto anche al resto, perché queste comunità sono reali, hanno regole scritte e/o non scritte in cui le donne servono solo a sfornare figli, non hanno diritto ad un’istruzione a poter fare quello che vogliono liberamente.

La mia mente ha collegato immediatamente con “Il racconto dell’ancella“. Non ci sono donne stuprate per avere dei figli, ma vengono trattate quasi allo stesso modo. Anche a Gilead le donne non possono leggere e scrivere, devono sottostare all’uomo per quello che dice la loro religione e ripopolare il mondo è uno degli scopi principali. La stessa Esty quando va dalla ginecologa, rifiuta l’idea dell’aborto perché “Da dove vengo, i bambini sono la cosa più preziosa. … Noi ridiamo la vita a sei milioni di vittime“.

Fare questo collegamento, magari sarà un po’ estremo, ma non nascondo che le analogie mi abbiano fatta preoccupare. Unorthodox è una piccola perla e merita di essere vista, almeno una volta, quanto meno per conoscere altre realtà diverse dalla nostra e per riflettere.


In definitiva queste sono le serie TV dell’ultimo periodo. Spero di riuscire a recuperare tutte le serie e le stagioni che ho appuntato nel corso dei prossimi mesi, ma la vedo dura.

Che dite, vi piace di più un post ogni tanto in cui vi parlo delle serie che ho terminato o preferite che le inserisca nei preferiti come facevo tempo fa? Voi cosa state guardando in questo periodo? Fatemi sapere nei commenti!

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2 Risposte a “Serie TV dell’ultimo periodo | The handmaid’s Tale – Lucifer – Unorthodox”

  1. Ciao Ilenia! Sono d’accordo con te su Unorthodox, ne conservo un buon ricordo anche a distanza di tempo. Sull’Ancella ormai non ho più niente da aggiungere, a me sta scadendo molto, e onestamente se fosse stata una serie tv fatta peggio, con magari attori meno bravi, l’avrei mollata.
    Un abbraccio e buon fine settimana!

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