[Review] – Vegetal Color Herbatint Hot Chocolate Power

Torniamo a parlare di tinte vegetali qui sul blog. In particolare oggi vi racconto della mia esperienza con Vegetal Color, la nuova tinta vegetale di Herbatint, nella colorazione Hot chocolate power. Come vi dicevo nell’articolo dedicato alle novità che ho avuto modo di scoprire al WeCosmoprof lo scorso giugno, mi è stata data la possibilità di provare questa tinta vegetale e di provare il servizio di coloristi online a disposizione di Herbatint.

herbatint

Herbatint Vegetal Color

Andiamo per gradi, così vi spiego un attimo in cosa consiste la linea Vegetal Color e poi parliamo della mia esperienza personale con il prodotto. Si tratta di una serie di tinte 100% vegetali e bio, che sfrutta le polveri finissime delle piante ayurvediche e con certificazione Vegan, Cosmos Organic e certificazione B corp. Sono presenti in linea 7 colorazioni e la polvere di quello che comunemente viene definito Henné neutro (Neutral cassia power). Le colorazioni disponibili in gamma sono: Moon light power – Hot chocolate power – Warm chestnut power – Henna love power – Cherry red power – Pure caramel power e Honey blonde power

Quelli di Herbatint hanno creato anche una tabella molto comoda da consultare in modo da capire quale colore sia meglio utilizzare in base al proprio colore di partenza. In ogni caso, io ero convinta che per me (che ho i capelli castano scuro), per mantenere inalterato il colore o al massimo scurirlo leggermente, sarebbe stato necessario ricorrere alla Moon light power (la colorazione più scura). Fortunatamente ho avuto modo di confrontarmi con i coloristi tramite messaggi su Instagram e, in base alle mie esigenze ed al mio colore naturale, mi hanno suggerito la Hot chocolate power.

Ero titubante e gliel’ho anche detto, perché ero convinta che non fosse sufficientemente scura per me e fosse troppo calda. Invece devo dire che il loro consiglio è stato ottimo. Se avete dubbi su quale colorazione faccia al caso vostro, potete contattarli senza problemi per una consulenza gratuita. Vi basterà solo illustrare la situazione ed inviare una foto dei vostri capelli alla luce naturale. 

vegetal color

La mia esperienza con Vegetal Color Herbatint

Partendo dal pack, la prima cosa che mi ha colpito di questa tinta vegetale è la ricchezza di informazioni riportate sulla scatola, sia all’interno che all’esterno, in modo da evitare l’aggiunta di foglietti illustrativi. Altra cosa che mi ha fatto piacere notare è la suddivisione della povere in due bustine da 50g ciascuna. Questo consente di non sprecare prodotto ed eventualmente conservare una dose per la volta successiva, se i capelli sono corti o si vuole fare solo un ritocco. Nel mio caso, pur non avendo i capelli cortissimi, 50g di polvere mi sembravano più che sufficiente per la mia lunghezza e così è stato.

La polvere di colore verde pisello, risulta super fine davvero e semplice da miscelare con l’acqua tiepida. L’odore non è fantasmagorico, ma neanche così intenso come altre tinte vegetali che ho provato. Si sente che si tratta di una tinta vegetale dal colore, ecco.


INCI Vegetal color Herbatint Hot chocolate power

Tra gli ingredienti, oltre all’indigo e all’henné che sono i principali responsabili del colore, sono presenti amla, sidr (che aiuta a fissare il colore e rendere leggere i capelli), eucalipto, aloe vera, curcuma (che rende i riflessi più ricchi) e camomilla (dalle proprietà addolcenti). 

Indigofera tinctoria leaf powder, Lawsonia inermis leaf powder, Emblica officinalis fruit powder, Ziziphus spina-christi leaf powder, Eucalyptus globulus leaf powder, Aloe barbadensis leaf powder, Curcuma longa root powder, Chamomilla recutita flower powder. 


Nella confezione non sono presenti guanti, cuffia o pennello applicatore. Io già li avevo da me, però per alcuni potrebbe essere un problema, per cui mi sembrava giusto segnalarlo. Dopo aver miscelato 50g di polvere con circa 150ml di acqua, si procede con lo shampoo normalmente e, dopo aver tamponato i capelli si può passare alla stesura della pastella.

La stesura non è stata ostica, anche per me che sono un po’ imbranata quando si tratta di queste cose. In particolare, con la prima bustina, ho applicato la pastella con il pennello da tinta, mentre la seconda, direttamente con le mani e in entrambi i casi mi sono trovata bene. In questo caso, l’unica cosa che mi sento di consigliare è l’utilizzo obbligatorio dei guanti, perché l’indigo presente all’interno, tende a macchiare la pelle di blu. Non è un problema della tinta in sé, ma proprio di questo genere di erba tintoria. 

vegetal color herbatint

Arriviamo al tempo di posa: nel caso di capelli chiari, sono sufficienti 60minuti, nel caso di capelli scuri come i miei, ce ne vogliono 90. Devo dire che non è stato un problema grave perché la pastella, se non si fanno errori, non cola, e poi l’odore non è così penetrante e fastidioso come quello di altre tinte. Con altre tinte nell’ultimo anno, mi era capitato di avere dei brutti mal di testa a causa del forte odore, mentre con la Vegetal color in entrambe le volte non ne ho avuti. 

Per la rimozione, bisogna sciacquare per benino, anche perché la presenza dell’indigo, fa sì che l’acqua di risciacquo esca di un bel blu intenso. L’acqua blu nel mio caso, è uscita anche nei successivi tre lavaggi. Molto scenico, ma anche in quel caso poi la vasca/doccia va lavata immediatamente per benino perché il blu si attacca immediatamente al bianco dei sanitari. Ripeto, non è la tinta a dare questo problema, ma il tipo di erba tintoria. Lo dico, perché mi sono informata per benino, perché avendo riscontrato dei problemini tecnici che vi dirò più giù, volevo capirci bene prima di puntare il dito.

Dopo la rimozione della tinta dai capelli, si procede con la normale asciugatura. In realtà già prima dell’asciugatura mi ero resa conto che il colore fosse più scuro ed intenso del mio colore naturale. Comunque dopo l’asciugatura, i capelli risultano di un bel castano cioccolato scuro, molto elegante e che trovo stia molto bene con i miei colori naturali. Anche i riflessi sono molto belli e soprattutto non troppo caldi, cosa che invece temevo.

Per quanto riguarda i capelli bianchi, non risultano ovviamente del tutto coperti, perché con le erbe tintorie, sarebbe necessario procedere con un passaggio di henné e successivamente di tinta. Risultano comunque leggermente scuriti e il bianco è molto smorzato, cosa che per me va già bene. Ho notato anche che, grazie alla presenza delle varie erbe, i capelli rimangono puliti un giorno in più e per me che ho i capelli grassi è un’ottima cosa.

Veniamo ora ai problemini tecnici. Già al primo utilizzo, in fase di asciugatura e nei giorni successivi, mi sono resa conto che l’indigo è tremendo. Ogni volta che la mano veniva in contatto con le lunghezze in fase di asciugatura, questa mi si macchiava di blu. La cosa brutta è che mi capitava anche sulla pelle del collo, delle orecchie e delle spalle per i primi 10 giorni circa. Siccome è la prima volta che mi capita con una tinta vegetale, credo che questo dipenda dal quantitativo di indigo usato per questa qui. Anche perché effettivamente, anche in fase di riasciacquo, con altre tinte vegetali non è mai uscita così tanta acqua blu.

Per quanto riguarda la tenuta del colore sui capelli bianchi, ho notato che varia da 1 a 2 settimane, mentre sul resto dei capelli, si mantiene bene un mesetto pieno. Tenuto conto che io faccio lo shampoo 2-3 volte a settimana, credo sia un buon risultato.


Scheda Prodotto

  • NomeVegetal color Herbatint Hot chocolate power
  • Reperibilità: bioprofumerie online, parafarmacia e farmacia, sito del brand
  • Quantità: 100g
  • PAO: non pervenuto
  • Prezzo: 12-13€ a seconda del rivenditore
  • Pro: ingredienti – facilità di lavorazione delle polveri e stesura della miscela – risultato colore ottenuto – odore non troppo invadente
  • Contro: la presenza dell’indigo è molto evidente perché può macchiare la pelle e abiti chiari – assenza di accessori nella confezione 

Eccoci giunti alla fine di questa review. Ricomprerei questa tinta Herbatint? Nì. Mi sono innamorata perdutamente del risultato colore che sono riuscita ad ottenere e ho trovato molto gradevole la preparazione e la stesura, oltre all’odore non troppo invadente. La cosa che, però mi farebbe desistere è l’effetto macchiante dell’indigo.

Lo trovo un po’ eccessivo e problematico, perché pur detergendo la pelle macchiata con lo struccante ogni mattino, alla sera la situazione era puntualmente uguale. C’è chi suggerisce di tenere i capelli legati per le prime due settimane dall’utilizzo dell’indigo, ma in alcune occasioni è semplicemente impossibile o magari non se ne ha voglia e questo è un grosso limite per me.

In futuro vorrei provare il loro gel colorante permanente senza ammoniaca perché ne ho letto e sentito parlare in maniera molto positiva e potrebbe essere una buona prima alternativa per me, per coprire i capelli bianchi. 

Utilizzate anche voi tinte vegetali o non fanno per voi? Anche voi avete avuto esperienze simili con l’indigo? Lasciatemi la vostra esperienza nei commenti 😉

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* Il prodotto in questione mi è stato inviato dall’azienda a scopo valutativo, le opinioni espresse nella review sono frutto della mia esperienza con il prodotto e restano del tutto personali e trasparenti.

8 Risposte a “[Review] – Vegetal Color Herbatint Hot Chocolate Power”

  1. Di solito preferisco fare da sola la miscela ma volevo provare questo colore. Avevo però paura che fosse troppo chiaro per me ma dopo aver letto il tuo articolo mi sono convinta a provarlo!
    Uso le tinte vegetali da diverso tempo e faccio il doppio passaggio con l’henné per coprire i capelli bianchi perché, anche se sono ancora giovane, ne ho parecchi e non posso farne a meno. Posso dirti che con l’indigo, soprattutto in alte percentuali (io per esempio non ne metto mai meno del 70%), è normalissimo avere rilascio di colore come lo hai descritto tu. Per me, avendo i capelli corti appena sotto le orecchie, non è un problema perché una volta tolto quello in eccesso dopo la tintura non ho più tracce sul collo. Solo sul cuoio capelluto che dopo un paio di shampoo vanno via. Purtroppo l’unica soluzione per chi ha i capelli lunghi è quella di portarli legati per i primi giorni come ti hanno suggerito.

    1. Ciao Eleonora, scusami se approvo con molto ritardo questo tuo commento, ma ultimamente sono piena di impegni con il lavoro, per cui sto poco dietro al blog. Io non ho mai provato a fare le miscele da sola, perché ho sempre il terrore di fare danni XD
      Beh sì, diciamo che con l’indigo ci vuole un po’ di pazienza con la questione collo e orecchie macchiate, però per me perché per lavoro tenerli legati così tanto mi secca, però ammetto che il colore finale con questa tinta è molto bello. Non fosse per quello, lo rifarei!

  2. Non ho mai utilizzato prodotti di questo tipo e al momento non ne ho bisogno.
    Complimenti comunque per l’articolo Ile! Approfondito, preciso e chiaro, brava!

  3. Niente tinte vegetali per me.
    Provai l’hennè molti anni fa, credo 12. E lo odiai a profusione.
    Ora utilizzo una tinta villa lodola ogni 2 mesi perché i miei capelli col sole tendono a schiarirsi considerevolmente – cosa che detesto – e poi per coprire un po’ di bianchi sulla sommità della testa.
    Baci.

    1. Ricordo che nei commenti nel tuo blog mi avevi parlato del fatto che non ti facesse impazzire e ricordo anche della tinta Villa Lodola. Purtroppo l’henné o le tinte vegetali richiedono tempi ed accortezze che una normale tinta non richiederebbe. Io vorrei provare anche la maschera riflessante di Maria Nila di cui avevi parlato, ma sono ancora molto dubbiosa in merito per la questione che tende a svanire dopo qualche lavaggio :-/
      Un abbraccio

  4. Ti ho letta con interesse perché le tinte naturali mi incuriosiscono sempre, poi però mi ricordo che tutti gli inconvenienti che possono esserci, mi scocciano parecchio. Faccio molta fatica a coprire i bianchi con la tinta classica, purtroppo quella vegetale spesso si rivela per me uno spreco di tempo.
    Grazie comunque della tua esperienza 😀

    1. Eh immaginavo. Ricordo che ti eri incuriosito con quella Garnier 🙂
      Diciamo che rispetto alla classica tinta, quelle vegetali hanno il problema della tempistica, della durata e dell’odore spesso non gradevole.
      Grazie a te, io ho fatto solo il mio dovere di blogger XD

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